Tutti gli analisti internazionali convergono nell’asserire che l’America Latina ha ottime prospettive e continuerà nei prossimi anni il suo processo di espansione economica. Tale crescita però, secondo la recente analisi pubblicata dalla Banca Interamericana dello Sviluppo, è caratterizzata da una divisione in due gruppi di Paesi che corrono a due diverse velocità e che hanno prospettive e tendenze distinte.
Da un lato emerge il blocco guidato dal Brasile che riunisce i Paesi esportatori di materie prime e che si orienta verso i mercati emergenti; dall’altro quello guidato dal Messico, che mantiene un modello più dipendente dai Paesi industrializzati.
La crisi del 2008 ha indubbiamente ridisegnato i rapporti di forza nello scenario globale, creando un nuovo ordine economico non esattamente analogo al precedente. L’emergere dei dinamici Paesi del BRIC, ma non solo, ha innescato un meccanismo con ripercussioni di natura economica e commerciale anche per il Subcontinente Latinoamericano, che ha potuto beneficiare di tali cambiamenti.Dal rapporto stilato si evince chiaramente che le nazioni Latinoamericane maggiormente vincolate ai Paesi emergenti presentano migliori condizioni macroeconomiche, e la tesi della Banca Interamericana tende a dimostrare come la solida crescita economica dell’America Latina non sia uniforme, ma mascheri due velocità diverse.
Il primo modello guidato dal Brasile, in cui è prevista una crescita del PIL nel 2011 che si attesta intorno al 4.4%, si colloca molto bene nello scenario internazionale e presenta delle prospettive floride. L’esportazione delle materie prime verso le principali economie emergenti, e quelle asiatiche in particolar modo, alimenta ulteriormente la crescita e costituisce una vera e propria chiave di volta per lo sviluppo del Subcontinente. In questo gruppo, oltre al già citato Brasile, sono presenti Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perù, Uruguay, Venezuela e Trinidad & Tobago e si tratta di Paesi che beneficiano non solo degli alti prezzi delle materie prime ma anche del forte ingresso di flussi di capitali stranieri.
Al contrario il gruppo capeggiato dal Messico, i cui membri intrattengono rapporti commerciali (soprattutto di beni e servizi) molto più forti con le economie industrializzate, registreranno un +2.7%, dovuto alla lenta uscita dalla crisi dei Paesi che costituiscono i loro principali mercati, specialmente l’Unione Europea. In questo blocco, di cui fanno parte importatori di materie prime, ci sono il Messico e tutti i Paesi centroamericani e dei Caraibi (tranne Haiti).
I dati riportati nell’analisi testimoniano le differenze anche tra i Paesi leader dei due schieramenti. Il Brasile nel 2006 esportava il 9% dei suoi prodotti ai suoi “soci” del BRIC (Russia, Cina e India) e nel 2009 la cifra è aumentata fino al 17%; al contrario, l’export verso i Paesi industrializzati ha sperimentato un decremento dal 50% del 2006 al 44% del 2009. Il trend dell’economia messicana si configura in maniera diversa, con una quota di esportazioni verso i BRIC che rappresenta solo il 3% del totale del 2009, mentre la cifra destinata all’export verso i paesi industrializzati raggiunge il 91%. In un contesto mondiale in cui la ripresa dalla crisi iniziata nel 2008 è stata trainata dai Paesi emergenti, risulta dunque comprensibile il motivo percui la Banca Interamericana abbia reputato opportuno fare questa distinzione.
Le sfide economiche e le opportunità commerciali che i Paesi Latinoamericani dovranno affrontare nei prossimi anni riguarderanno soprattutto la capacità di incrementare e consolidare la propria presenza nei mercati Asiatici, Europei e degli Stati Uniti. L’attuale situazione internazionale favorisce l’ascesa della macroarea Latinoamericana, i cui Governi dovranno però essere in grado di portare a compimento ulteriori misure macroeconomiche, fiscali e commerciali, volte non solo a ridurre la vulnerabilità e la dipendenza dall’esterno, ma anche a contenere la minaccia inflazionistica, alimentata dall’aumento del prezzo del petrolio e dei generi alimentari.
Nonostante le diverse peculiarità dell’economia Latinoamericana, la strada verso uno sviluppo economico maggiormente sostenibile che possa permettere ai player di questa regione di giocare un ruolo sempre più importante nel contesto globalizzato, è percorribile.
LEGGI ANCHE:
Il successo delle imprese italiane in India
Internazionalizzare il proprio business all’estero: scelta strategica od opportunità?
Digital Export Manager (DEM): l’internazionalizzazione in un contesto digitale