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Export: se non ora, quando?

Export: se non ora, quando?

Export e Made in Italy sono da sempre una risorsa imprescindibile per l’economia italiana. Negli anni, infatti, hanno svolto un ruolo cruciale come acceleratore della crescita e dello sviluppo del nostro tessuto imprenditoriale, dimostrandosi un motore fondamentale per la competitività del Sistema Paese.

Lo diciamo da diversi mesi e i dati continuano a testimoniarlo: con le restrizioni da Covid ormai alle spalle, l’export italiano è, in questo momento storico, più forte che mai.

Le imprese della penisola devono credere nella possibilità di incrementare i propri fatturati, esplorare nuovi mercati e creare profitti. Le opportunità sono tantissime, la maggior parte delle aziende che stanno investendo sull’export ottengono ritorni favorevoli.

Non vuole essere un ultimatum ma sicuramente, come succede spesso in queste situazioni, “chi prima arriva, meglio alloggia”. Il mercato è estremamente recettivo e la richiesta del Made in Italy continua a crescere ma questa situazione, prima o poi, inizierà a rallentare e solo chi parte subito ne trarrà massimo vantaggio.

I numeri dell’export italiano (dati Istat di aprile 2022):

+5,8%: incremento per l’export italiano tra dicembre 2021 e febbraio 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente;

– +22,7%: crescita su base annua dell’export a febbraio 2022, con un forte aumento delle vendite sia verso l’area UE (+24,0%) sia verso i mercati extra UE (+21,1%);

– Sostanze e prodotti chimici Made in Italy hanno visto l’incremento maggiore (+34,1%), seguiti da metalli di base e prodotti in metallo (+24,4%) e da prodotti alimentari e bevande (+23,1%);

– Su base annua, i Paesi che hanno contribuito maggiormente all’incremento dell’export Made in Italy sono stati Spagna (+33,3%), Stati Uniti (+24,4%), Germania (21,3%) e Francia (+16,0%).

 

Il record del Digital Export

 

Ricordiamo inoltre come il 2021 sia stato un anno record per le esportazioni made in Italy, che hanno superato la soglia dei 500 miliardi di euro, facendo registrare il più alto livello di export mai osservato prima d’ora per il nostro Paese.

A giocare un ruolo decisivo nella ripresa della vendita dei prodotti all’estero è stato il digitale, che è cresciuto del 15% rispetto al 2020 sia per quanto riguarda i beni di consumo (B2C, Business to Consumer) sia per quelli destinati alle imprese (B2B, Business to Business).

L’export digitale di beni di consumo diretto (quindi tramite sito internet proprio, marketplace o siti di vendite private) o intermediato (attraverso retailer online) ha toccato il valore di 15,5 miliardi di euro durante lo scorso anno, raggiungendo un peso pari al 9% delle esportazioni complessive in Italia. Il settore più importante è il fashion, che con un valore di 8,6 miliardi di euro (+20% sul 2020) detiene una quota del 56% del mercato complessivo dell’export digitale B2C.

Al secondo posto si trova il food & beverage, con il 14% del totale, che prosegue la sua crescita (+10%), ma rallenta dopo l’exploit dell’anno precedente (+46% nel 2020). Sul terzo gradino del podio si posiziona invece il comparto dell’arredamento, che con i suoi 1,2 miliardi di valore, pari al 7% delle esportazioni online complessive di beni di consumo, fa segnare un aumento del 12% rispetto al 2020.

Per quanto riguarda l’export digitale B2B (tramite canali come EDI o Web EDI, Extranet, Marketplace), la cui incidenza sulle esportazioni complessive di prodotti è del 28,3% nel 2021, il valore raggiunto è di 146 miliardi di euro, un dato addirittura sopra i livelli pre-Covid (134 miliardi nel 2019).

La filiera con i numeri migliori è quella dell’automotive (33 miliardi di valore e un peso del 22,6% sul totale delle esportazioni digitali B2B), che ha fatto registrare una crescita del 40%, arrivando vicino a doppiare quella dell’export complessivo (+22,6%).

Seguono poi il tessile e l’abbigliamento (con un’incidenza sul totale delle esportazioni B2B del 14,8%), la meccanica (10,8%), il largo consumo (6,9%), il materiale elettrico (4,8%) e l’elettronica (3,3%). L’unico settore B2B con un andamento negativo nell’export online è il farmaceutico (3,1% del mercato), che dopo il boom del 2020 (+66%) ha chiuso il 2021 con una flessione del 23%.

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