La più importante acquisizione societaria never made in India and the più oneroso acquisto di un’azienda di e-commerce a livello mondiale: è con questa premessa che si inquadra la colossale operazione effettuata da Walmart towards Flipkart (leader incontrastato del settore in India, con un valore che si attesta attorno ai 2,5 miliardi di euro) che apre nuovi scenari di business nel Subcontinente e testimonia come il ruolo dell’India, da un punto di vista economico e geopolitico, sia destinato a pesare sempre di più negli anni a venire nello scacchiere globale.
La statunitense Walmart, la più grande catena al mondo nel settore GDO, grazie ad un investment of almost 13.6 billion euros si è assicurata il 77% of the shares of Flipkart, managing to burn the competition from Amazon: ed è proprio nell’ottica di bloccare l’espansione dell’azienda di Bezos in India (nonché per recuperare terreno dal fallito progetto con Bharti Enterprises) che si può trovare un’importante chiave di lettura di questa imponente operazione, per la quale la stessa Walmart ha messo subito a disposizione un ulteriore investimento pari a 1,7 miliardi di Euro.
Non è difficile comprendere le ragioni di Walmart. In India il settore del retail online rappresenta la nuova enorme frontiera di business: secondo un recente report condotto da Morgan Stanley, il turnover del comparto, che nel 2016 ha sfiorato i 13 billion euros, crescerà in maniera esponenziale raggiungendo la straordinaria cifra di 170 miliardi di euro entro il 2026 (in Italia, giusto per fare un confronto, il mercato dell’e-commerce ha raggiunto i 23,6 miliardi di euro nel 2017). Le potenzialità sono esplosive se si considera che in India il tasso di penetrazione dell’e-commerce tra la popolazione è ancora basso e che l’incremento che si sta registrando è senza precedenti: nel Subcontinente solo un terzo della popolazione usa internet (450 milioni di persone su 1,33 miliardi di abitanti) e there are 6 million new e-commerce customers every month.
Oggi l’e-commerce rappresenta ancora una piccola quota di tutto il mercato retail locale (il cui giro d’affari si stima attorno ai 551 miliardi di euro), ma il boom è solo agli inizi, in virtù di una serie di considerazioni contingenti: la precaria condizione in cui versano le infrastrutture indiane favorisce lo sviluppo dell’e-commerce, as today's Indian consumer prefers to buy their products with a simple click instead of spending hours in the traffic of Delhi, Mumbai or Bangalore.
L’acquisizione di Flipkart avrà dunque l’effetto di imprimere un’ulteriore accelerazione non solo allo sviluppo del online retail ma anche ai comparti a esso collegati (elettronica, abbigliamento, arredamento, prodotti di bellezza e cura personale, tra gli altri). È probabile quindi che a breve possa avere luogo in India una lotta particolarmente serrata tra i big mondiali del settore per assicurarsi le più grosse quote di mercato, ma bisogna altresì considerare che non è possibile prevedere quali saranno le prospettive future, l’evoluzione del comparto e le relative ricadute economiche nel Subcontinente, soprattutto se si considera che attualmente none of the big players present is grinding profits.
Are we therefore facing a sector that is rewriting its rules in the chaotic Indian market or are these just the premises for a colossal failure?
Per leggere l’articolo pubblicato da ISPI clicca qui.
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