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Per Cibus 2012 l’India è il mercato su cui puntare

Per Cibus 2012 l’India è il mercato su cui puntare

Dal 7 al 10 maggio si terrà, presso il Quartiere Fieristico di Parma, la Fiera Internazionale dell’Alimentazione Cibus 2012 (www.cibus.it), che si configura come evento di riferimento del panorama agroalimentare italiano d’eccellenza.  Quest’anno l’attenzione sarà rivolta a quattro Paesi in particolare, tra cui l’India, e Octagona sarà presente con un proprio stand e gestirà il desk “India”, offrendo alle aziende partecipanti l’opportuna prima assistenza e il necessario supporto nell’individuazione di concrete opportunità per lo sviluppo commerciale nei confronti di tale mercato.

Già da diversi anni, il mercato Indiano si configura tra quelli maggiormente interessanti in cui poter intraprendere attività di internazionalizzazione: con oltre 1 miliardo di abitanti ed una economia che corre ad un tasso pari all’8-9% annuo, il Subcontinente si configura infatti tra quelli che a livello globale stanno sperimentando una più elevata crescita.

Da un punto di vista strettamente alimentare, l’India vanta una importante tradizione culinaria, con svariati tipi di cucine particolarmente tipizzate in funzione degli Stati di provenienza. Sebbene l’Indiano medio possa essere definito ancora oggi come consumatore legato alle tradizioni e sia tendenzialmente “conservatore” in termini di gusti e sapori (fenomeno che si deve principalmente ad una scarsa informazione), l’evoluzione degli stili di vita della classe abbiente e media, una maggiore inclinazione verso i gusti e gli standard occidentali, e l’incremento delle presenza straniera in India (dovuta sia a ragioni che hanno a che vedere con il turismo che con il business) hanno creato una maggiore attenzione verso i prodotti stranieri: in particolar modo,  è aumentata la curiosità verso i “nuovi” sapori, così come  aumenta di giorno in giorno l’attenzione alla qualità e alle caratteristiche dei prodotti che si consumano. Un ulteriore elemento corrobora questa tesi: l’ostentazione del proprio status da parte dei ceti medio-alti, costituisce sempre più uno dei driver di un orientamento alla degustazione costante di prodotti non strettamente appartenenti alla tradizione di consumo Indiano.

Ma non sono solo le nuove tendenze dei consumatori locali che rendono l’India un mercato potenzialmente esplosivo. Con un tasso di crescita annuo del settore che si attesta intorno al 4.1% ed una produzione di beni alimentari seconda solo alla Cina a livello globale, il contesto appare davvero maturo per intraprendere azioni di business, soprattutto se si considera che finora sono stati compiuti passi da gigante: se nel 2005 il valore del mercato si collocava intorno ai 120 milioni di Euro, nel 2025 supererà i 270.000 milioni di Euro. Le cifre a seguire testimoniano l’inarrestabile crescita del settore del food, dal momento che l’India:

  • è il secondo produttore al mondo di frutta e il terzo di verdura (8.4% della produzione mondiale), con un incremento nella produzione di frutta del 3.9%
  • ha il più alto numero di bestiame al mondo fra bovini, ovini e avicoli
  • ha una produzione di carne pari a 9.6 milioni di Euro
  • ha una produzione di latte equivalente a 91 milioni di tonnellate (+4% annuo)
  • ha una produzione di pesce che si stima intorno ai 6.4 milioni di tonnellate
  • ha una produzione annua di beni alimentari di consumo pari ai 4 milioni di tonnellate
  • ha una produzione di pane (riservata alle piccole e medie imprese) che raggiunge i 2.7 milioni di tonnellate

Anche i settori affini come quello della trasformazione alimentare sperimentano una crescita costante: con un giro d’affari pari a 55 miliardi di Euro e un tasso di crescita annuo che si aggira tra il 9 e il 12%, tale industria si colloca al quinto posto in India in termini di produzione, consumo, esportazioni e crescita attesa. Il fattore che dovrebbe indurre i player stranieri ad investire in India è rappresentato in particolar modo dal basso livello di trasformazione che si registra nel Paese a causa della mancanza di opportune infrastrutture di magazzinaggio, trasporto e raffreddamento. Anche in questo caso le cifre sono più che mai indicative, se si considera che solo il 2.2% di frutta e verdura, il 35% di latte, il 21% di carne, il 6% dei prodotti avicoli e l’8% dei prodotti sono soggetti a processi di trasformazione alimentare.

Questo modificato scenario sia in termini di consumo che di dimensioni del mercato, sta condizionando dal basso le scelte degli operatori, in particolar modo per quanto riguarda il canale dell’HoReCa e della Grande Distribuzione Organizzata, astro nascente nel settore della distribuzione indiana. Il concetto moderno di retail ha portato allo sviluppo di shopping centres e malls con svariati punti vendita che offrono divertimento, shopping e food, tutto sotto un unico tetto: oggi il retail rappresenta il 10% del PIL totale del Paese, e le possibilità di business per quanto riguarda i prodotti alimentari si registrano non solo nella GDO ma anche nei Speciality Stores.

Le differenti opzioni fornite dal canale HoReCa riguardano in particolar modo catene alberghiere, ristoranti stand alone, ristoranti all’interno di hotel, lounge bars ed emerging food chains.

In sintesi, le opportunità nei confronti di tale mercato per le aziende italiane operanti all’interno del settore del food non mancano di certo.

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