Ties between the United States and Latin America are being strengthened. Just in the past few days, U.S. President Barack Obama, concluded the trip that took him to Brazil, Chile and El Salvador from March 19 to 23. Here is Barack Obama's full tour of Latin America.
Several goals were set by Obama: rapprochement between the United States and Brazil after the cooling of relations during the Lula presidency, consolidation of economic-political-trade relations with Latin American states, and dialogue on some new projects, collaborations and partnerships.
Obama ha evidenziato, nel corso della sua visita, l’importanza del subcontinente Latinoamericano, che riveste un ruolo sempre più crescente non solo per l’economia statunitense ma anche in ambito globale, elogiandone i progressi. La crescita del Sudamerica aiuta anche gli Stati Uniti: grazie agli accordi commerciali con la regione, gli Stati Uniti esportano oggi in Sudamerica il triplo di quanto non facciano con la Cina. Nell’immediato futuro l’aumento della domanda di prodotti e servizi dagli Stati Uniti e la conseguente apertura di nuovi mercati consentirà alla aziende americane di espandere ulteriormente la loro attività, comportando un aumento di due milioni di posti di lavoro: l’America Latina, secondo Obama, non è mai stata così importante come ora per gli Stati Uniti.
L’intenzione di Washington è di raddoppiare le esportazioni entro il 2014. L’anno scorso le esportazioni made in USA nei confronti del Sudamerica sono cresciute del 17%, mentre solo in Brasile sono aumentate più del 30%, superando i 50 miliardi di USD. Col Cile, invece, la cui economia è cresciuta più del 5% l’anno scorso, vige un Trattato di Libero Scambio dal 2004 che ha permesso un boom delle esportazioni nel Paese Andino fino al +300% da allora.
During the visit to Brasilia, new arrangements were also finalized for the upcoming 2014 World Cup and the upcoming 2016 Olympics to be held in Brazil: the United States will offer its support and know-how, concentrandosi sulla pianificazione di sviluppo strategico, sulle infrastrutture, sulla sicurezza, sul turismo e sulle imprese commerciali.
La neo-Presidente Brasiliana Dilma Rousseff ha sostenuto la necessità di relazioni commerciali più giuste ed equilibrate, rimarcando l’urgenza dell’abbattimento delle barriere che ostacolano alcuni prodotti brasiliani, quali carne, etanolo, acciaio e succo d’arancia. Inoltre i due Presidenti anche hanno messo all’ordine del giorno la definizione di una comune strategia in ambito petrolifero. Ma il Brasile non si è limitato a questo: perfettamente consapevole del suo nuovo ruolo in ambito globale, l’incontro con Obama è servito proprio per richiedere apertamente un seggio al Consiglio di Sicurezza dell’ONU e cercare in Washington un fondamentale alleato (da sottolineare la posizione comune dei BRIC che, assieme alla Germania, si sono astenuti nella votazione che ha portato l’Onu ad approvare gli interventi armati contro la Libia). Lo stesso Obama ha affermato che di fronte alle nuove sfide del XXI secolo il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite avrebbe bisogno di una riforma.
Il Presidente degli USA ha concluso il suo discorso in Brasile con un eloquente “Siamo tutti americani”. L’auspicio è che l’epoca dell’America Latina “cortile di casa” tramonti definitivamente.
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