Le aziende che intendono esportare in Turchia possono beneficiare di un contesto favorevole, dato che i rapporti economico-commerciali tra Italia e il Paese sono eccellenti, con l’Italia che figura costantemente tra i suoi principali partner commerciali.
Nel primo trimestre del 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’export italiano verso la Turchia ha registrato una crescita del 25,9%, raggiungendo un volume di 4.445,92 milioni di euro. Dopo la Germania, l’Italia è il secondo maggiore esportatore nella nazione.Le principali esportazioni italiane verso la Turchia comprendono macchinari e apparecchiature meccaniche, mezzi di trasporto, metalli di base e prodotti in metallo (esclusi macchine e impianti), e prodotti di altre attività manifatturiere.
Le imprese italiane hanno ottenuto notevoli successi anche nel settore degli appalti pubblici, aggiudicandosi importanti progetti di opere pubbliche in questo territorio, come ad esempio nel comparto ferroviario.
La collaborazione economica tra Italia e Turchia si sviluppa lungo tre direttrici principali: a partecipazione italiana allo sviluppo infrastrutturale della Turchia, la presenza consolidata di grandi gruppi industriali italiani nei principali cluster industriali turchi, il ruolo significativo delle banche italiane.
Le visite governative tra i due Paesi sono frequenti e regolari, contribuendo a rafforzare ulteriormente i loro rapporti economici e commerciali.
L’Italia è il quarto maggiore fornitore della Turchia, coprendo il 5,9% dell’export totale secondo i dati più recenti (gennaio-maggio 2024).
Le importazioni ed esportazioni tra l’Italia e la Turchia sono regolate dall’accordo di unione doganale UE-Turchia, in vigore dal gennaio 1996, che permette la libera circolazione delle merci tra i due territori. Questo accordo ha significativamente incrementato il commercio tra la nazione e i Paesi europei. Grazie all’unione doganale, sono stati eliminati dazi e tasse sulle importazioni di beni industriali dall’UE, con alcune eccezioni come i prodotti siderurgici, regolati dal trattato della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, e i prodotti agricoli trasformati, inclusi nell’allegato I del trattato di Amsterdam.
Tuttavia, il governo turco applica alcune barriere doganali e requisiti per proteggere la produzione locale, che devono essere considerati dalle aziende che intendono esportare in Turchia.
Le merci prodotte o messe in libera pratica nell’unione doganale possono essere trasportate tra l’UE e la Turchia a condizione di presentare il certificato A.TR., che attesta la posizione doganale delle merci. Questo certificato, rilasciato dalle autorità doganali del paese esportatore, deve essere presentato alla dogana del paese importatore entro quattro mesi dal rilascio.
Per le aziende interessate a esportare in Turchia, è importante sapere che il paese applica sia norme di origine preferenziali che non preferenziali. Dal 1996, in virtù dell’unione doganale con la Comunità Europea, adotta le stesse norme di origine della CE per le importazioni da paesi terzi. Le norme di origine non preferenziali attribuiscono l’origine del prodotto al paese di produzione o all’ultimo luogo di trasformazione sostanziale, mentre le norme preferenziali si basano su specifici accordi commerciali.
Il regime di importazione è disciplinato dalla legge doganale n. 4458 e dal Decreto quadro sull’importazione. La documentazione necessaria per lo sdoganamento delle merci prevede i seguenti documenti, oltre al certificato di circolazione delle merci:
In Turchia, cinque regimi tariffari temporanei offrono agevolazioni per merci che restano nel paese per un periodo limitato:
I rapporti tra Italia e Turchia si stanno rivelando sempre più proficui, confermando un trend positivo che dura da oltre un decennio.
A riprova di questo, l’Ambasciata d’Italia in Turchia ha celebrato il 15 aprile la prima Giornata Nazionale del Made in Italy ad Ankara. Questa giornata, creata per celebrare l’eccellenza e la creatività italiane, coincide con l’anniversario della nascita di Leonardo Da Vinci.
L’iniziativa fa parte delle numerose attività di promozione integrata che l’Ambasciata svolge in collaborazione con il Sistema Paese Italia per sostenere, valorizzare e tutelare il Made in Italy nella nazione.
Quali sono i settori di interesse per le aziende italiane che desiderano intraprendere un percorso di internazionalizzazione in Turchia?
Questo settore rappresenta una delle principali categorie di importazione in Turchia, subito dopo alcune materie prime, con l’Italia tra i maggiori fornitori, soprattutto per macchine tessili, agricole, per la lavorazione di metalli, plastica, legno, marmo, pelli e calzature, oltre che per l’imballaggio. La Turchia sta sviluppando una crescente capacità di produrre autonomamente impianti di livello medio, affermandosi come produttore internazionale. Di conseguenza, le prospettive più promettenti per la commercializzazione dei prodotti in questo settore nel paese riguarderanno sempre più i macchinari avanzati e sofisticati.
La crescente attenzione dell’industria turca alla qualità del prodotto finito ha aumentato la domanda di tessuti e filati di alta qualità. L’Italia riveste un ruolo fondamentale come principale fornitore di tessuti e filati per la Turchia e come uno dei suoi clienti più importanti.
È inoltre cruciale considerare i tessili tecnici, che trovano applicazione in vari settori come la medicina, l’automotive, l’agricoltura e i tessili per arredamento.
Questo comparto rappresenta dunque un’opportunità allettante per le aziende interessate a esportare in Turchia.
Nonostante il settore contribuisca significativamente alla nanotecnologia, biochimica, genetica e chimica organica, rimane interconnesso con tutti i settori produttivi, inclusi tessile-abbigliamento, elettrodomestici, meccanica strumentale, gomma e plastica, costruzioni e automobilistico. Questa caratteristica lo rende una delle voci più rilevanti nelle importazioni della Turchia. Anche in questo ambito, l’Italia si conferma tra i principali esportatori nel Paese, con una predominanza di piccole e medie imprese.
La Turchia sta potenziando le competenze in questi settori attraverso l’incoraggiamento della ricerca tramite la creazione di parchi tecnologici e una maggiore interazione tra aziende e università. Questo approccio apre interessanti opportunità di commercializzazione, soprattutto in settori di nicchia in cui l’Italia eccelle, come pacchetti software, trasmissione dati, telecomunicazioni e sicurezza. In aggiunta, la biotecnologia industriale e agraria, insieme al settore dell’elettronica per la difesa, mostrano un notevole potenziale di sviluppo.
Octagona, esperta in servizi di internazionalizzazione delle imprese, offre consulenza strategica e supporto mirato per le aziende interessate a esportare in Turchia.
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