A cosa ci si riferisce quando si utilizza il termine “trasferimento tecnologico”?
Se ne parla spesso anche in relazione a processi di internazionalizzazione, indicando con esso la possibilità di trasferire un preciso know-how di determinate conoscenze nei mercati esteri.
In Italia si sta usando sempre più spesso tale espressione, segno che il trasferimento tecnologico sta crescendo nel nostro paese anche grazie a investimenti ad hoc. Tali investimenti sono spesso sostenuti da bandi pubblici. Ad esempio, quelli gestiti dalla Fondazione Enea Tech sono finalizzati a potenziare l’acquisizione di innovazioni tecnologiche da parte di molti settori produttivi.
Il technology transfer viene incentivato da aiuti finanziari e anche dal diretto coinvolgimento di istituzioni come università e centri di ricerca, sempre con il fine di introdurre nuove opportunità di crescita e aumentare il grado di competitività di una impresa anche in contesti internazionali.
Attualmente sta aumentando il numero di imprese che affidano a delle risorse interne o esterne il compito di pianificare e gestire ogni aspetto legato al trasferimento tecnologico.
In questo momento di grande dinamismo, contraddistinto da una globalizzazione sempre più ampia dei mercati e da un’alta competitività, l’acquisizione delle ultime tecnologie diventa quasi un imperativo se si vuole ottenere successo commerciale e affermare maggiormente il proprio brand.
Ecco perché istituzioni come il Fondo Nazionale Innovazione continuano a fornire incentivi in tanti ambiti, ad esempio quello agroalimentare, quello della moda, quello dell’elettronica.
L’obiettivo è promuovere innovazione e progresso, valorizzando quel ponte ideale tra i luoghi dove si compie la ricerca e quelli in cui questa diventa un bene fruibile attraverso il mercato, un mercato sempre più internazionale.
Non si può parlare di technology transfer senza parlare anche di proprietà intellettuale, che deve essere strettamente tutelata, soprattutto quando ci riferiamo a processi di internazionalizzazione. Il trasferimento tecnologico contribuisce a semplificare il processo di internazionalizzazione delle imprese nel breve periodo. Le azioni correlate ad esso consentono di accedere al mercato senza investimenti significativi e un primo sviluppo del brand.
Approfondendo il tema della proprietà intellettuale, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale fornisce un supporto specifico alle aziende italiane, con il preciso intento di proteggere i diritti di tutte le competenze legate al trasferimento tecnologico in altre nazioni, evitando possibili contraffazioni.
In ciò è pienamente sostenuta dalla Commissione Europea, che si esprime così in merito al trasferimento tecnologico in paesi esteri:
“Le imprese straniere avranno maggiori probabilità di concedere licenze sulle conoscenze e di collaborare a progetti comuni se in un paese esiste un sistema efficace in materia di diritti di proprietà intellettuale.”
Il trasferimento tecnologico deve essere chiaramente tutelato dentro e fuori i confini nazionali.
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