Nelle scorse settimane abbiamo riportato come l’export Made in Italy abbia raggiunto un valore record di 576 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi.
Un dato che da una parte inorgoglisce, perché non affatto scontato dopo quasi due anni di pandemia, e dall’altro dovrebbe essere in grado di stimolare anche le imprese che non hanno ancora considerato una strategia di internazionalizzazione.
Molti operatori economici sono ancora inattivi nei mercati internazionali o lo diventano solo su chiamata, ossia quando ricevono una richiesta da un cliente o da un contatto straniero.
Si tratta di un comportamento che non porta a profitti nel lungo periodo. Soprattutto, rispondere a richieste spot non permette di strutturare in modo adeguato l’azienda e anzi la rende più fragile ed esposta ai rischi del mercato, a scapito della concorrenza.
Ecco perché, per ovviare a questi e altri problemi, molte realtà imprenditoriali dovrebbero accedere al Digital Export, in quanto consente di aprire le proprie attività di produzione e di vendita raggiungendo direttamente il consumatore finale.
Sempre più le imprese stanno accrescendo le vendite estere affidandosi agli e-commerce, come dimostrano gli ultimi dati del Politecnico di Milano, e chi non si è già mosso in questa direzione rischia di rimanere indietro e di perdere l’opportunità di sviluppare un vero e proprio vantaggio competitivo.
Approfondendo i dati, si scopre infatti che l’export digitale italiano di beni di consumo sia cresciuto del +15% nel 2021, toccando un valore record di 15,5 miliardi di euro. Tra i settori più importanti e rappresentativi il fashion (8,6 miliardi, 56%), il food (2,2 miliardi, 14%) e l’arredamento (1,2 miliardo, 7%).
L’Export online B2B vale invece oltre 146 miliardi, il 28,3% delle esportazioni complessive. In questo caso i settori con le migliori performance sono stati l’automotive, il tessile-abbigliamento e la meccanica.
Il primo passaggio è essere consapevoli che la propria attività di vendita verrà effettuata su scala globale, con tutte le difficoltà e le sfide del caso. In questo contesto è dunque fondamentale tenere presente che i potenziali consumatori o acquirenti hanno esperienza di vita ed abitudini di acquisto completamente diverse: parlano lingue differenti, hanno una sensibilità diversa, e possono avere persino un approccio alla vendita completamente opposto da quello che siamo abituati a vedere in Italia.
Per questo motivo, la strategia di Digital Export migliore non può escludere a priori queste differenze, e anzi analizzarle nel dettaglio con una prima ricerca di mercato per i Paesi considerati come target.
Sarà dunque necessario analizzare i trend di quel mercato, le abitudini di acquisto (dove viene acquistato maggiormente il prodotto? Su quali marketplace viene principalmente acquistato?), il contesto competitivo (quali aziende sono più simili alla tua azienda su quel mercato? Che prodotti offrono e a che prezzo? In cosa il tuo prodotto può distinguersi dalla concorrenza e avere successo?), il contesto macroeconomico e i costi annessi (quali sono i costi di trasporto? Ci sono barriere all’ingresso? Sono richieste certificazioni specifiche?).
Una volta sviluppata l’analisi di mercato, è necessario impostare una corretta strategia di comunicazione per il Digital Export. Il metodo migliore per fidelizzare la clientela passa necessariamente da un’attività di comunicazione mirata, per accrescere la brand identity della tua azienda e di riflesso la fiducia e il consenso da parte dei consumatori. Un uso corretto di live chat, supporto via mail e instant messenger possono fare la differenza per allargare il proprio business e dare l’immagine di un’azienda sempre presente e disponibile, nonostante la distanza fisica.
In questo articolo abbiamo visto come il Digital Export sia di fondamentale importanza per ottenere un vantaggio competitivo: i dati dimostrano come internazionalizzare la propria impresa possa essere l’ulteriore passo per incrementare i fatturati e far aumentare i profitti.
Abbiamo inoltre studiato quali sono gli step per impostare un corretto piano di Digital Export, partendo dalle domande fondamentali da porsi prima di entrare su un nuovo mercato, fino a considerare una corretta strategia di comunicazione.
Se vuoi scendere ancora di più nel dettaglio, e comprendere appieno cosa fare per iniziare ad esportare all’estero tramite i canali digitali, ti consigliamo di leggere anche gli articoli che riportiamo di seguito, o se preferisci, contattaci direttamente cliccando più in basso il pulsante “Contattaci”: ascolteremo il tuo progetto di internazionalizzazione e studieremo insieme a te la migliore soluzione per la tua azienda.
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