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Trasferimento tecnologico in India: un modello efficace di internazionalizzazione

Trasferimento tecnologico in India: un modello efficace di internazionalizzazione

L’India è sempre più un partner commerciale strategico per le imprese italiane. Il mercato indiano è infatti il secondo più popoloso al mondo, e il Paese rappresenta la sesta economia globale grazie all’impressionante tasso di crescita del PIL negli ultimi 10 anni (una media del 6,1% annuo secondo l’IMF), reso possibile dalla realizzazione di riforme che hanno contribuito a renderlo sempre più aperto al commercio internazionale. 

A detta degli esperti, nei prossimi anni la sempre più ampia classe media godrà di maggiore capacità di spesa rispetto al passato, favorendo l’interesse nei confronti di brand italiani: secondo il World Economic Forum, oltre 140 milioni di famiglie diventeranno classe media e altre 20 milioni entreranno nella categoria dei redditi più alti entro il 2030. Questo fattore favorirà inoltre la sostituzione dell’India alla Cina come polo di attrazione per gli investimenti industriali e finanziari, a causa del continuo deterioramento dei rapporti tra Occidente e la stessa Cina.

Come possono dunque le aziende italiane trarre giovamento dal contesto economico indiano? Scegliere la giusta strategia di entrata è fondamentale per influenzare positivamente i risultati attesi dalle imprese. E se spesso le imprese optano per semplici operazioni di export o per investimenti diretti in India, come una costituzione societaria sul territorio del subcontinente, spesso sottovalutano una terza strada davvero interessante: il trasferimento tecnologico in India.

 

Perché dovresti valutare il trasferimento di tecnologia in India?

 

Le imprese italiane caratterizzate da un alto grado di innovazione tecnologica possono incrementare sensibilmente i propri fatturati e profitti nel forte contesto di crescita del mercato indiano. Attualmente, i rapporti commerciali e diplomatici tra Italia e India sono saldi e molto positivi, come testimoniano i recenti accordi economico-commerciali firmati a novembre 2020 tra il Governo Italiano e il Governo Indiano.

Dal 2015, l’India è stata riconosciuta in tutto il mondo come un fulcro dell’innovazione digitale: secondo il Global Innovation Index, l’India è al 40° posto in termini di capacità di innovazione tra le economia di tutto il mondo (l’Italia è al 28°), un balzo di ben sei posizioni in un solo anno (nel 2021l’India era al 46° posto).

Negli ultimi anni, con l’avvio di “Make in India” e “Digital India”, in India si è sviluppata una fiorente cultura dell’imprenditorialità e dello sviluppo tecnologico. Secondo un rapporto pubblicato da Forbes India 2021, lo scorso anno 42 startup indiane sono state valutate oltre un miliardo di dollari, seconde solo a Stati Uniti e Cina.

 

Che cos’è il trasferimento tecnologico?

 

Il trasferimento tecnologico risulta dunque essere una tra le soluzioni più adatte per le piccole e medie imprese interessate ad un primo graduale approccio in un mercato complesso come quello Indiano. Ma come può essere definito?

Il trasferimento tecnologico consiste in un processo articolato in varie fasi, attraverso le quali un’azienda o un altro ente rende accessibile le proprie conoscenze, tecnologie, skills e processi produttivi ad altri enti, imprese o utenti, in modo tale che queste ultime figure possano sviluppare ulteriormente tali competenze per realizzare nuovi prodotti o servizi ancora più innovativi e al passo con i tempi.

Questa forma di collaborazione implica dunque un trasferimento di esperienze e informazioni dall’impresa italiana a quella indiana, evitando la costituzione di un’entità giuridica separata. Il trasferimento tecnologico può semplificare il processo di internazionalizzazione delle imprese nel breve periodo, se inserito però in una strategia a lungo termine.

Le azioni di trasferimento del know how permettono infatti un accesso iniziale nel mercato senza investimenti significativi e un primo sviluppo del brand, e possono servire come base per una successiva fase di investimento diretto nel Paese target.

Le aziende Indiane hanno una percezione estremamente positiva dell’efficienza e del know how “Made in Italy” e sono alla continua ricerca di nuove tecnologie. Ciò rappresenta sicuramente un punto di forza del trasferimento tecnologico, soprattutto in relazione all’ingresso nel mercato indiano da parte delle aziende Italiane. 

 

Esempi di trasferimento tecnologico in India

 

Esempio di successo targato Octagona è il caso di Moss srl, azienda di Reggio Emilia che dal 1967 progetta e produce macchine automatiche per le diverse tipologie di stampa applicate al packaging. L’azienda si è affidata ad Octagona per attivare una presenza diretta sul territorio indiano dando vita ad un accordo di trasferimento tecnologico con un partner che permetterà di produrre macchine in loco, aumentando in questo modo la competitività ed abbassando i costi sul Paese senza rinunciare alla qualità del prodotto.

Scopri il Case Study completo di Moss srl

 

Un altro esempio può essere quello di MecVel srl, azienda che si occupa della produzione e commercializzazione di attuatori lineari e martinetti meccanici: attraverso Octagona India, sono state gestite tutte le fasi di predisposizione della documentazione necessaria, delle pratiche burocratiche e di registrazione di licenze e brevetti per poter operare in tranquillità in India.

Scopri il Case Study completo di MecVel srl

 

Infine, segnaliamo il caso di Coveme spa, impresa impegnata nella produzione e commercializzazione di film plastici e isolanti elettrici e della trasformazione di film di poliestere. Gli obiettivi del progetto consistevano nell’attivare un presidio diretto in India, nel rafforzare la propria posizione in un nuovo mercato e di affiancare al meglio i propri clienti, offrendo loro le ultime innovazioni tecnologiche.

Scopri il Case Study completo di Coveme spa

 

 

Scopri i servizi di Octagona:

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