Esportare agroalimentare sta rivelandosi un’opportunità sempre più allettante per le imprese italiane. I dati del 2023 rivelano che l’export agroalimentare italiano ha raggiunto un nuovo record, superando i 62 miliardi di euro. Questo traguardo rappresenta una delle migliori performance tra i principali esportatori mondiali, con un incremento del 6%. Solo la Germania ha registrato una crescita leggermente superiore, con un aumento del 6,2%, mentre Francia, Cina e Stati Uniti hanno chiuso l’anno con risultati negativi.
La crescita delle esportazioni italiane è stata principalmente sostenuta dai mercati dell’Unione Europea (+9%), con contributi significativi anche dal Centro-Sud America (+9%).
Recentemente si sono svolte diverse fiere di settore che hanno confermato questo trend positivo. Quali nuove opportunità sono emerse da questi eventi?
L’export agroalimentare italiano continua a crescere, trainato da diversi fattori chiave.
Il prestigio del Made in Italy gioca senza dubbio un ruolo fondamentale, attirando consumatori globali grazie alla sua reputazione di alta qualità e autenticità. Inoltre, il crescente ricorso ai prodotti biologici risponde alla crescente domanda di alimenti sani e sostenibili, rafforzando ulteriormente la posizione dell’Italia nei mercati internazionali.
E ciò lo dimostrano bene due fiere internazionali tra le più rilevanti per questo mercato.
Ottime notizie per l’export agroalimentare italiano nel Medio Oriente arrivano dal Padiglione Italia, inaugurato a Gulfood 2024, la principale fiera del settore F&B negli Emirati Arabi Uniti e in tutta la regione. Gulfood è diventato un appuntamento strategico per le aziende italiane, con la partecipazione di ben 200 realtà nostrane.
Durante l’evento sono stati diffusi i dati più recenti sull’export di cibo e bevande made in Italy negli Emirati, evidenziando le grandi potenzialità del comparto in questo Paese. A novembre 2023, l’Italia ha esportato prodotti agroalimentari per oltre 412 milioni di euro, registrando una crescita dell’8,4%, superiore a quella del Made in Italy nel suo complesso.
Una menzione particolare merita il programma “Italian Food Lab“. Questo progetto mira a educare il mercato locale e internazionale sulle peculiarità organolettiche e salutistiche dei prodotti italiani, contrastando il fenomeno dell’Italian Sounding.
L’Italian Food Lab offrirà anche l’opportunità di sostenere la candidatura della Cucina Italiana come Patrimonio Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO, riconoscendo il valore e l’unicità della tradizione culinaria del paese, e rafforzando il suo posizionamento come leader mondiale nel settore agroalimentare.
Durante Cibus 2024, la fiera di riferimento per il settore agroalimentare tenutasi a Fiere di Parma dal 7 al 10 maggio, sono stati presentati dati significativi che mostrano come tra il 2013 e il 2023 il comparto abbia attraversato un decennio di notevole sviluppo. La crescita delle esportazioni italiane nel settore ha sfiorato un valore complessivo di 64 miliardi di dollari, pari a circa il 10% dell’export europeo.
Uno dei temi principali di questa edizione è stata l’importanza dei prodotti DOP e IGP come indicatori di qualità che incentivano il consumo. L’etichettatura DOP e IGP sulle confezioni non solo aumenta la propensione generale all’acquisto, ma spinge gli acquirenti a preferire prodotti di prezzo superiore.
Un’innovazione emersa durante l’evento è stata l’uso dell’intelligenza artificiale per contrastare le contraffazioni alimentari. Ad esempio il progetto Nina, promosso dal Consorzio delle Mozzarella di Bufala Campana DOP, mira a proteggere questa eccellenza agroalimentare italiana dalle imitazioni e a combattere il fenomeno dell’Italian sounding.
La sostenibilità è stata un altro tema chiave della fiera. Il packaging sostenibile è stato identificato come cruciale, con due italiani su tre che lo considerano decisivo nelle scelte d’acquisto e uno su due che lo vede come fondamentale per rendere un prodotto più rispettoso dell’ambiente.
Antonio Cellie, Amministratore Delegato di Fiere di Parma, ha ribadito questo concetto anche riferendosi all’estero, affermando che “trend come il biologico, spinti da Generazione Z e millennial, continuano a crescere oltreoceano.”
Questo è un elemento importante da considerare per le aziende che vogliono esportare agroalimentare e distinguersi rispetto ai competitor.
Particolare attenzione è stata dedicata al mercato americano, valutato 1.500 miliardi di dollari considerando retail e alcolici, risultand dunque dieci volte più grande di quello europeo.
Durante il convegno USA4 Cibus, realizzato in collaborazione con l’American Chamber of Commerce in Italy, sono state discusse le opportunità per le aziende italiane di investire negli Stati Uniti, specialmente nell’era dell’Inflation Reduction Act. Questo programma offre ingenti crediti fiscali per progetti legati all’energia pulita, coinvolgendo anche il settore agroalimentare. Inoltre, il programma SelectUSA agevolerà ulteriormente gli investimenti nel paese da parte di imprese estere.
Caroline Chung, Principal Commercial Officer del Consolato Generale USA a Milano, ha evidenziato che “nessun altro cibo influenza la cultura in America e nel mondo come quello italiano. L’industria alimentare italiana ha successo globale grazie alla qualità dei prodotti e alla fama che si è guadagnata.”
Quali sono i Paesi di destinazione più promettenti per le aziende che si occupano di esportare agroalimentare, oltre gli Stati Uniti?
La Germania, storicamente il principale partner commerciale dell’Italia in vari settori, si conferma come la destinazione preferita anche per l’export agroalimentare. Nel 2023, le vendite in Germania hanno superato i 10 miliardi di euro, registrando una crescita del 7,3% negli ultimi cinque anni. Le maggiori richieste provengono dai comparti delle bevande, della pasta e dei prodotti da forno.
La Francia è un altro mercato di rilievo, rappresentando l’11% dell’export agroalimentare italiano totale e registrando una crescita dell’8,7% negli ultimi cinque anni. I consumatori francesi richiedono principalmente pasta, prodotti da forno, latte e latticini.
Oltre ai mercati europei, stanno emergendo nuove opportunità in paesi con economie in crescita.
L’India, che vede una crescita dell’export italiano del 9,3%, è il secondo produttore mondiale di frutta e verdura. Offre considerevoli opportunità nei settori dei macchinari agricoli e dei processi di conservazione e trasformazione agroalimentare. Circa il 40% della produzione agricola indiana infatti deperisce prima di raggiungere i consumatori a causa delle inefficienze nelle tecnologie di conservazione. Ciò crea spazio per l’innovazione e l’efficienza delle tecnologie italiane.
Il Vietnam prevede una crescita delle importazioni agroalimentari dall’Italia del 10,2% annuo fino al 2028, offrendo nuove e significative opportunità di export per le aziende italiane interessate a espandere la loro presenza in questo mercato particolarmente dinamico.
Anche la Corea del Sud mostra promettenti prospettive di crescita, con un incremento previsto dell’8,4% annuo fino al 2028, presentando quindi ulteriori possibilità di espansione per le imprese italiane nel settore agroalimentare.
Octagona offre strategie di internazionalizzazione per le imprese italiane, supportandole anche nel processo di esportazione agroalimentare. I nostri professionisti aiutano le aziende a individuare i mercati più promettenti, ad adattare i prodotti alle normative locali e a sviluppare reti commerciali efficaci. Contattaci per ulteriori informazioni.
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